La nostra filosofia: l'empatia!
Gli animali provano amore, rabbia, gioia, dolore,e tante altre emozioni che troppo spesso si ritengono proprie solo dell'uomo. E' indispensabile vedere il cane come un individuo e averne il massimo rispetto: rispetto dell'individuo e rispetto
del suo carattere individuale.
Il suo comportamento non può essere letto solo come una serie di istinti e condizionamenti appresi.
Ogni forma di addestramento e relazione con il cane deve far riferimento al coinvolgimento emotivo.
Nella mia vita ho incontrato tantissime persone: quelle che pensano che il cane deve fare il cane e essere trattato come tale, quelle che non lo coinvolgono nella propria vita e pensano che sia felice solo perchè ha un giardino a sua disposizione, quelle che lo assecondano in tutto fino all'eccesso, quelle che lo vedono come un giocattolo e poi se ne disfano, quelle che lo vedono come un membro della famiglia e lo trattano come tale... Per me vivere a stretto contatto con un cane vuol dire comprendere, guidare e realizzare il carattere del cane.
Il legame che si crea tra cane e proprietario segna profondamente la vita di entrambi. Costruire un legame sano ed equilibrato, basato sulle esigenze e caratteristiche intrinseche di entrambi, è fondamentale. Una corretta educazione si basa sul rapporto empatico che si crea tra cane e proprietario. Affinchè si possa instaurare questo tipo di rapporto, ci dev'essere piena comprensione della personalità e delle necessità degli individui. L'empatia designa un atteggiamento verso gli altri caratterizzato da un costante impegno di comprensione dell'altro, escludendo ogni attitudine affettiva personale (simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale.
Bisogna conoscere la natura canina, le caratteristiche di una razza e riconoscerne le particolarità come individuo.
Ogni razza ha una sua specificità, degli istinti particolari che vanno conosciuti per indirizzarli e controllarli. Ma non bisogna allo stesso tempo classificare un individuo per la razza di appartenenza, ognuno è se stesso ed inoltre le varie modificazioni genetiche possono portare a soggetti che poco hanno dello standard originale.
Per poter combinare la natura propria del nostro cane con le nostre esigenze di vita quotidiana ci vuole coerenza, costanza, fermezza, passione e competenza!
Il suo comportamento non può essere letto solo come una serie di istinti e condizionamenti appresi.
Ogni forma di addestramento e relazione con il cane deve far riferimento al coinvolgimento emotivo.
Nella mia vita ho incontrato tantissime persone: quelle che pensano che il cane deve fare il cane e essere trattato come tale, quelle che non lo coinvolgono nella propria vita e pensano che sia felice solo perchè ha un giardino a sua disposizione, quelle che lo assecondano in tutto fino all'eccesso, quelle che lo vedono come un giocattolo e poi se ne disfano, quelle che lo vedono come un membro della famiglia e lo trattano come tale... Per me vivere a stretto contatto con un cane vuol dire comprendere, guidare e realizzare il carattere del cane.
Il legame che si crea tra cane e proprietario segna profondamente la vita di entrambi. Costruire un legame sano ed equilibrato, basato sulle esigenze e caratteristiche intrinseche di entrambi, è fondamentale. Una corretta educazione si basa sul rapporto empatico che si crea tra cane e proprietario. Affinchè si possa instaurare questo tipo di rapporto, ci dev'essere piena comprensione della personalità e delle necessità degli individui. L'empatia designa un atteggiamento verso gli altri caratterizzato da un costante impegno di comprensione dell'altro, escludendo ogni attitudine affettiva personale (simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale.
Bisogna conoscere la natura canina, le caratteristiche di una razza e riconoscerne le particolarità come individuo.
Ogni razza ha una sua specificità, degli istinti particolari che vanno conosciuti per indirizzarli e controllarli. Ma non bisogna allo stesso tempo classificare un individuo per la razza di appartenenza, ognuno è se stesso ed inoltre le varie modificazioni genetiche possono portare a soggetti che poco hanno dello standard originale.
Per poter combinare la natura propria del nostro cane con le nostre esigenze di vita quotidiana ci vuole coerenza, costanza, fermezza, passione e competenza!
Il cane è Lupo sotto moltissimi aspetti!
Cane e Lupo condividono la maggioranza dei comportamenti e delle usanze: come il lupo anche il cane scava per rinfrescarsi, per farsi una tana o per nascondere il cibo. Entrambi utilizzano lo stesso linguaggio di comunicazione (anche se i cani l'hanno attenuato a causa dell'addomesticazione), per entrambi i rapporti sociali si basano sul merito, ovvero l'individuo più capace è quello che guida gli altri, è quello che ha diritto per primo a cibarsi, è quello che si accoppia con le femmine per procreare. Entrambi marcano il territorio con le urine ed a volte le feci per stabilire i confini che se superati possono avviare un attacco nei confronti di un intruso. Entrambi hanno una concezione del territorio abbastanza ampia. Come qualcuno ha detto, il cane si è allontanato dal lupo, ma il lupo non ha mai abbandonato il cane: negare questo, vuol dire negare la natura stessa del cane. Anche il cane conserva certe regole di "branco" nei nostri confronti. Al di là di quei soggetti che presentano problemi strettamente legati ad una sfera gerarchica anomala, il cane si rapporta con noi attraverso una serie di schemi mentali e regole sociali ereditate dai suoi antenati.
Quando più cani si trovano in gruppo rispecchiano gli stessi comportamenti dei loro antenati: ne sono prova i vari studi etologici effettuati su branchi di cani selvatici o randagi. In questi casi il loro comportamento è molto più simile a quello dei lupi, anche se le posture ed i rituali risultano meno accentuati. Ricordiamoci, perciò, che un bulldog, un pastore tedesco o labrador, non sono sicuramente lupi nell'aspetto, ma mentalmente utilizzano schemi molto vicini ai loro!
"Dopo aver visto un grande orso nel pieno delle sue forze ridotto a brandelli, mi domandavo perchè i lupi fossero così timidi con gli esseri umani relativamente indifesi. Sia orsi che alci sono più capaci di difendersi e provocare danni seri a un lupo che li attacca, di quanto non lo potrà mai essere un uomo disarmato. Ho camminato all’interno di decine di tane occupate, ogni volta succedeva la stessa cosa: i cuccioli vengono lasciati indietro e gli adulti si inoltrano nella foresta ed iniziano ad ululare. Gli adulti sono arrabbiati per la presenza di un intruso e preoccupati che i cuccioli non restino all’interno della tana, ma non mi attaccano. Non fanno ciò che hanno fatto così facilmente a quell’orso nero, grande più del doppio di me. Quindi mi chiedo, perché i lupi si sottomettono a noi? Perché hanno capito che gli uomini li espongono ad un altro tipo di minaccia e quindi ci temono o è per qualcosa che un tempo esisteva tra esseri umani e lupi? Si tratta di un legame sociale che si è tramandato dai tempi in cui uomini e lupi vivevano insieme? Quando questi lupi ci lasciano entrare nelle loro vite si aspettano forse che riscopriamo questo legame?" (tratto da "I fantasmi della foresta" di Ian McAllister)
Quando più cani si trovano in gruppo rispecchiano gli stessi comportamenti dei loro antenati: ne sono prova i vari studi etologici effettuati su branchi di cani selvatici o randagi. In questi casi il loro comportamento è molto più simile a quello dei lupi, anche se le posture ed i rituali risultano meno accentuati. Ricordiamoci, perciò, che un bulldog, un pastore tedesco o labrador, non sono sicuramente lupi nell'aspetto, ma mentalmente utilizzano schemi molto vicini ai loro!
"Dopo aver visto un grande orso nel pieno delle sue forze ridotto a brandelli, mi domandavo perchè i lupi fossero così timidi con gli esseri umani relativamente indifesi. Sia orsi che alci sono più capaci di difendersi e provocare danni seri a un lupo che li attacca, di quanto non lo potrà mai essere un uomo disarmato. Ho camminato all’interno di decine di tane occupate, ogni volta succedeva la stessa cosa: i cuccioli vengono lasciati indietro e gli adulti si inoltrano nella foresta ed iniziano ad ululare. Gli adulti sono arrabbiati per la presenza di un intruso e preoccupati che i cuccioli non restino all’interno della tana, ma non mi attaccano. Non fanno ciò che hanno fatto così facilmente a quell’orso nero, grande più del doppio di me. Quindi mi chiedo, perché i lupi si sottomettono a noi? Perché hanno capito che gli uomini li espongono ad un altro tipo di minaccia e quindi ci temono o è per qualcosa che un tempo esisteva tra esseri umani e lupi? Si tratta di un legame sociale che si è tramandato dai tempi in cui uomini e lupi vivevano insieme? Quando questi lupi ci lasciano entrare nelle loro vite si aspettano forse che riscopriamo questo legame?" (tratto da "I fantasmi della foresta" di Ian McAllister)